Tecnologie e lavorazioni del vetro
Appunti di tecnologie del vetro con riferimenti alle seconde lavorazioni. Si esaminano situazioni e problematiche di produzione per il vetro temperato piano e curvo nei settori edilizia, automotive e nautica. Notizie su stress di tempera, deformazioni di sagoma, deterioramento dell'ottica in riflessione e trasmissione.
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domenica 8 maggio 2022
lunedì 8 marzo 2021
REGOLAZIONE DISTANZA VETRO-TESTE DI TEMPERA NEI FORNI PER VETRO PIANO
IL RAFFREDDAMENTO DELLA LASTRA PIANA IN RELAZIONE ALLA DISTRIBUZIONE DEGLI UGELLI
l funzionamento di un solo ugello che scarica aria compressa contro una superficie senza ostacoli interposti è evidente, la distribuzione del flusso è assial simmetrica con andamento della velocità decrescente mano a mano che ci si allontana dall'asse del getto nella direzione dello scarico. La spinta che consegue non è uniformemente distribuita, ma i picchi di pressione seguono l'andamento del pattern degli ugelli. Il cambiamento del percorso del fluido è indotto dalla presenza della barriera creata dal vetro che emette energia e produce anche il riscaldamento con un aumento del volume specifico del fluido di raffreddamento.
Tutto cambia quando numerosi ugelli producono correnti che si ostacolano a vicenda e i flussi si adattano alle differenze di pressione cercando i percorsi più agevoli nella ricerca della pressione più bassa, ma il raffreddamento è fondamentalmente associato al riscaldamento del fluido elaborato.
Senza voler entrare in una spiegazione più completa e complessa valutiamo le conseguenze sul raffreddamento del vetro che deve trasferire all'aria gran parte della sua energia termica, con l'obiettivo di ottenere una uniformità nel tensionamento delle lastre, condizione benefica per la stabilità e resistenza dei manufatti.
La progettazione delle soffianti di tempera è argomento complesso essendo molto variabili le condizioni geometriche rappresentate da lastra/ugelli che risentono delle dimensioni e delle distanze. Una regola generale da seguire è che il comportamento del sistema risente della pressione di alimentazione del pacco ugelli e del riempimento completo del plenum della soffiante che mediamente funziona meglio nella distribuzione dei flussi e della loro energia mano a mano che si aumenta la pressione, infatti aumentando la pressione aumenta la velocità di scarico e proporzionalmente aumentano le perdite, quindi si abbattono le differenze locali omogeneizzando la pressione con un aumento a monte. Va da se che a bassa pressione le soffianti spesso non alimentano gli ugelli tutti nella stessa maniera, quindi attenzione con gli spessori grandi che risultano spesso non omogeneamente raffreddati e tensionati. Conviene aumentare la pressione e proporzionalmente la distanza tra vetro e sezione di uscita degli ugelli.
La spinta genera sovrapressione e il fluido cerca percorsi più liberi attraverso i quali perdere energia potenziale acquistandone di cinetica compatibilmente con gli ostacoli forniti dai rulli di appoggio e il vetro. Spesso quando si agisce sulle distanze la differenza sopra sotto diventa enorme e addirittura in alcuni punti si raggiungono depressioni consistenti e aree che non vengono raffreddate.
mercoledì 13 maggio 2020
ROTTURA VETRO TEMPERATO RISCHIO RESIDUO
Danni da impatto con frammenti di vetro provenienti da lastre temperate a norma e/o curvate a freddo.
Questa frammentazione dovrebbe escludere totalmente il danno fisico grave che la rottura in grandi pezzi di una lastra non temperata potrebbe procurare al malcapitato, infatti l'obiettivo viene raggiunto quando i frammenti, che ora hanno i bordi meno acuminati, hanno massa ridotta e si muovono individualmente acquisendo scarsa energia nel caso di caduta a gravità. Occorre comprendere che la tipologia della rottura risente della collocazione dell'oggetto unitamente ai fatti accidentali che possono modificare il procedere della rottura in sicurezza, ossia se pur correttamente frammentato secondo la normativa, ma non completamente separato nelle traiettorie dei singoli pezzi dispersi, il vetro può mantenere una sua configurazione simil continua composta da elementi frammentati ma in realtà costituenti massa unica in movimento e creare comunque danno.
Fig.1) Grande lastra con tempera insufficiente
L'esempio mostrato in fig.1) riporta la situazione di una grande lastra che vale la pena analizzare.
- Se fossimo in presenza di una singola lastra ad ex.spess. 10mm temperata, sarebbe una condizione di altissimo rischio, infatti la caduta dei frammenti riuniti in elementi di dimensione pericolosa porterebbe certamente un danno alla persona.
- Se fossimo in presenza di vetrata stratificata con pv. 1mm intercalare tra due lastre temperate da 8mm di cui una sola frammentata, la struttura manterrebbe la sua staticità in assenza di sollecitazioni aggiuntive. Le condizioni di sicurezza in previsione di un evento di sollecitazione intensa andrebbero declassate alla situazione di presenza di una sola lastra temperata; il pvb manterrebbe uniti i frammenti ma un eventuale collasso non si potrebbe escludere se i vincoli periferici fossero delle semplici guide o appoggi di centratura.
- Lastre stratificate 6mm con SentryGlass intermedio, nessun problema di collasso se i vincoli al telaio sono correttamente realizzati
- La qualità del vincolo periferico (solo guida, incastro, incollaggio) deve aumentare con la dimensione della lastra e suo collocamento a rischio crescente.
sabato 30 novembre 2019
PARZIALIZZAZIONE TESTE DI TEMPERA NEI FORNI A CARICA OSCILLANTE
Ci riferiamo al trattamento di tempera per lastre piane di spessore tra 3 e 15mm per le quali il raffreddamento in tempera rappresenta la parte più critica del percorso che porta la lastra di vetro dalla alta temperatura raggiunta nel forno, fino a quella ambiente. La tempera infatti si completa in tempi molto ristretti, se si paragonanono a quelli necessari al riscaldamento, con conseguente potenza elevata applicata e transitorio termico veloce.
Si vuole qui discutere della planarità non soddisfacente della lastra temperata, in particolare le deformazioni ad ampio raggio che talvolta caratterizzano le lastre di dimensioni maggiori che presentano una debole curvatura su tutta la lunghezza della lastra.
Nel caso di deformazioni ad ampio raggio la configurazione mostrata dal particolare sul piano di scarico può presentarsi concava o convessa con una freccia massima solitamente in posizione centrata rispetto al lato lungo e la curvatura ha un andamento regolare.
Si attribuisce pertanto la responsabilità della deformazione ad uno stato tensionale non simmetrico che lascia libere componenti di compressione o di trazione derivanti dal procedere del raffreddamento nello spessore in regime di conduzione, ma preparata nel forno con un riscaldamento che può determinare temperature variabili, condizione per una tempera con tensionamento asimmetrico.
Tutto ciò che riguarda la geometria della deformazione è indipendente dal valore raggiunto dalla tempera della lastra che alla prova di rottura può presentarsi con frammentazione a norma o meno, quindi possiamo ottenere una lastra deformata, ma spesso ben temperata (tensioni del corretto valore ed equilibrate rispetto all'asse di simmetria geometrico), che può presentarsi in alternativa come lastra perfettamente piana ma con distribuzione delle tensioni asimmetrica.
Per comprendere meglio la situazione si fa notare che alcune lavorazioni prevedono proprio una deformazione indotta dallo sbilanciamenti nel riscaldamento e nel raffreddamento per ottenere sagome (as ex. tettucci auto) che risultano temperate e debolmente incurvate (curvatura ad aria). In questo caso la possibile rottura accidentale (caduta di grandine) avviene con sollecitazione proprio della parte che essendo convessa presenta la superficie più compressa e quindi quella maggiormente resistente.
Tale situazione, che si presenta spesso, induce una minore resistenza qualora una sollecitazione accidentale agisca nei confronti della superficie più scarica con componenti che possono liberare trazione localizzata, inducendo la rottura.
Esempio chiarificatore è costituito da lastre temperate piane, incurvate successivamente in regime elastico con deformazione meccanica (curvatura a freddo) realizzata all'atto del montaggio attraverso vincoli periferici (telai di accoglienza opportunamente sagomati), tecnologia utilizzabile quando si è sicuri della assenza di sollecitasioni pericolose non compatibili con la nuova distribuzione ottenuta.
Tornando all'argomento in intestazione, si vuol far notare che oltre alla regolazione delle portate del fluido di raffreddamento, che sono individuali per ogni soffiante nella sua totalità delle lame o ugelli, agendo sulle valvole (sopra/sotto), esiste la possibilità di intercettare solo alcune lame con schermi opportuni sfruttando il passaggio del vetro per realizzare un trattamento di sbilanciamento estremamente efficace rendendo le teste di tempera materialmente differenti tra loro, caso per caso, modificando gli effetti della contrapposizione di una o più lame.
Nella movimentazione a carica oscillante le teste di tempera devono avere dimensione longitudinale pari alla lunghezza max del pezzo, incrementata della ampiezza di oscillazione; il primo ingresso in tempera avviene con attraversamento di totalità della tempera a velocità di trasferimento da parte della lastra che incontra almeno una coppia di lame di tempera (la prima inferiore e la prima superiore) alle quali si può applicare la parzializzazione a seconda della curvatura da correggere. E'evidente che questi interventi possono estendersi anche ad altre applicazioni all'interno delle lame di tempera per i forni oscillanti variando fasatura, durata e parzializzazione delle schermature che possono anche essere meccanizzate nella movimentazione dei setti. L'argomento meriterebbe più ampia discussione.
domenica 28 febbraio 2016
RISCALDAMENTO DI LASTRE PARZIALMENTE SERIGRAFATE
IL RISCALDAMENTO DELLE LASTRE SERIGRAFATE
A miglior comprensione di seguito si fornisce il video della mappa termica del campione in uscita dal forno di riscaldo.
giovedì 26 settembre 2013
Vetro indurito - Hardned glass - UNI 1863
La rottura, prodotta da penetrazione, procederà nel tempo successivamente con continuità fino a dividere finalmente la lastra in frammenti di notevole dimensione. La resistenza strutturale è tipica del vetro ricotto, quindi scarsa nei confronti delle sollecitazioni termiche e meccaniche che producono sollecitazioni di trazione.
Diversamente accade durante la frammentazione di una lastra indurita termicamente, il percorso delle linee di flusso è guidato e deve seguire l'andamento dello stato tensionale di compressione realizzato, limitato nella entità e confinato in prossimità della superficie.

- Rottura lastra 8mm indurita dopo 10s dall'impatto
Nella immagine precedente, relativa ad un vetro indurito, l'andamento delle linee di frammentazione mostra percorsi che raggiungono direttamente i bordi della lastra, senza delimitare aree chiuse all'interno della superficie. Linee che si chiudono su se stesse mostrano un tensionamento eccessivo che si può correggere riducendo il riscaldamento ed il raffreddamento.
A titolo di esempio, si mostra la continuità dei risultati ottenibili partendo dalla stessa ricetta in forno e agendo solo sul raffreddamento di tempera; riporto di seguito una immagine che mostra tre differenti situazioni di frattura per lastre spesse 5mm, .

Vale la pena osservare che il comportamento di una testa di tempera sottoposta a regolazione nella portata non fornisce risultati omogenei nella distribuzione dei flussi provenienti da tutti i singoli ugelli, essendo legato al riempimento del plenum, quindi attenzione quando si riducono le portate nella tempera per vetri di grande spessore!!!! Analogamente accade per quanto riguarda la variazione delle distanze uscita ugello - supefice del vetro nel caso di forni a rulli lato sopra/lato sotto. Non è superfluo ricordare che un vetro indurito è un vetro con le superfici esterne in compressione (condizione tipica della tempera), notevolmente più resistente di un vetro ricotto. il trattamento Hardned glass si applica preferenzialmente a lastre di grosso spessore essendo espanso il fattore tempo tecnico di tempera, a differenza degli spessori sottili per i quali il procedimento diviene via via sempre più difficile al ridursi dello spessore.
Le foto seguenti mostrano tre campioni di vetro spessore 6mm induriti e sottoposti al test di frammentazione (le dimensioni e l’esecuzione sono quelle richieste dalla norma UNI EN 1863 – 2013).
L’attenzione importante durante tutto il processo è mantenere una distribuzione delle tensioni più pianeggiante rispetto alla normativa per la tempera (circa 140 MPask/mmq) ed evitare il reirraggiamento della superficie da parte del cuore che essendo a temperatura più alta, soprattutto nel caso di grossi spessori, potrebbe riportare le superfici al disopra dello strain point. Una riduzione temporanea del raffreddamento (ad ex perdendo il tensionamento già raggiunto) complicherebbe la continuità dell’andamento delle temperature tra centro ed esterno che dovrebbero decrescere di pari passo senza avvicinarsi e senza allontanarsi con una distanza tra le due curve (cuore - superfici) più ridotta rispetto a quanto accade per la tempera.
martedì 21 maggio 2013
LA DISTRIBUZIONE DELLA ENERGIA TERMICA NEL RISCALDAMENTO E TEMPERA DELLE LASTRE DI VETRO
martedì 12 febbraio 2013
ROTTURA PER INCLUSIONE DI SOLFURO DI NICHEL
Frammentazione per inclusione NiS (pannello fotovoltaico) |
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Lastra stratificata con rottura dello strato con presenza solfuro |
Le immagini precedenti mostrano la frammentazione di tre differenti tipologie di lastre in ciascuna delle quali è evidente il punto di partenza della rottura che si trova nella mezzeria dei due frammenti più grandi. Partita la rottura, la dimensione generalizzata degli altri frammenti rispetta il livello di tensionamento della lastra ed è evidente che una tempera eccessiva, non perfettamente bilanciata e distribuita, aumenta la rischiosità legata alla posizione della inclusione che diviene massimamente pericolosa quando si viene a trovare proprio nella zona centrale dello spessore. La trazione viene scaricata a livello puntuale come se si tagliasse una molla e parte la rottura.
La presenza del solfuro di nichel in zone non pericolose (aree compresse) non induce rottura pur costituendo un elemento destabilizzante in particolari condizioni di stress meccanico, quindi l'HST test non individua le lastre esenti dalla presenza di solfuro, ma solo quelle a minore rischio di rottura.
venerdì 6 gennaio 2012
FORNI PER IL RISCALDAMENTO DEL VETRO
1) Maschi di pressa, materiali di interfaccia, etcc..
Riscaldamento
VANTAGGI
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SVANTAGGI
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Non sono presenti sorgenti ad alta temperatura (>650 C°).
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possono sorgere problemi di tempera per gli spessori maggiori (con cicli corti)
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Sono scaldate preferenzialmente le superfici esterne del vetro (bene/male).
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La regolazione non è intuitiva (i moti del fluido dipendono da molti fattori)
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Il riscaldamento è indipendente dal tipo di vetro (colore) e risente poco di coating basso emissivo.
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È difficile realizzare e mantenere differenze locali di temperatura e la progettazione è complessa
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Il riscaldamento avviene più rapidamente che in un forno radiante puro.
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Pericolosità dell’impianto e difficoltà per apportare modifiche successive.
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La qualità della superficie è migliore (temperature più basse).
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Grande influenza per apertura della porta e regolazione del camino.
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La lastra tende ad essere più controllabile durante la deformazione (centro freddo)
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Difficoltà nell’inserimento di schermi e problemi di scambio termico su stampi chiusi (rete).
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Basso costo dell’energia se gas metano
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Inerzia termica (se presenti refrattari pesanti).
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VANTAGGI
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SVANTAGGI
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Facilità di regolazione e funzionamento immediatamente controllabile visivamente
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Complicazioni nella logica di regolazione che deve essere ben progettata e quindi costosa
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Possibilità di ottenere zone ristrette a differente temperatura (dimensione delle resistenze)
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Alto costo energia.
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Ripetitività nei cicli e facilità di asservimento a computer di controllo (dati e controllo processo)
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Critico se le resistenze sono distanti tra loro e il vetro è fermo
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Le schermature possono essere inserite facilmente ed agiscono con le leggi dell’ottica
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Tendenza a spanciare la sagoma al centro su stampi ad anello
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Facilità di inserimento di resistenze aggiuntive o modifiche
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Difficoltà nel riscaldamento vetri coated o impossibilità per particolari caratteristiche
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Bassa inerzia termica di tutto il forno che dovrebbe essere veloce nelle variazioni di temperatura se costruzione leggera.
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Differenza nei tempi di ciclo a seconda delle caratteristiche del vetro (colore etcc..)
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Facile sbilanciamento sopra/sotto
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Pericolosità dei punti caldi (resistenze a 850 C°)
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CONVEZIONE FORZATA NEI FORNI ELETTRICI A RISCALDAMENTO MISTO
- Forno con riscaldamento radiante convettivo nativo.
- Forno con riscaldamento radiante nativo, modificato con aggiunta successiva di un sistema di ugelli per convezione forzata.
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Distribuzione temperature |