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giovedì 24 novembre 2011

TEMPERA NEI FORNI VERTICALI

La versatilità dei forni verticali deriva in parte dalla facilità con cui si realizzano attrezzature anche complesse esaltata dalla ulteriore caratteristica dell’assenza di moto relativo tra vetro e parte calda nella camera di riscaldo e mancanza di contatto con superfici mobili (rulli). La qualità delle superfici delle lastre prodotte è ottima e  la tempera resta l’elemento critico a causa dei tempi di trattamento, se si processano spessori sottili, a causa del trasferimento fisico tra stazione di riscaldo e postazione di tempera. Nei forni verticali la dimensione delle soffianti è poco maggiore di quella della lastra di vetro trattata, che rimane ferma in tempera con un possibile utilizzo quindi di pressioni  elevate senza eccedere nella dimensione dei motoventilatori e nei costi energetici. Proprio per questo motivo è indispensabile ottenere la distribuzione ottimale del raffreddamento che si realizza con oscillazione in fase o controfase delle teste di tempera, solitamente dotate di ugelli individuali per la distribuzione dei flussi diretti di raffreddamento. La assenza dei rulli di supporto, presenti invece nei forni orizzontali, rende simmetrizzabile la alimentazione delle teste di tempera che possono esercitare un raffreddamento più prevedibile.
 
Quench blades particular
Soffiantine laterali teste di tempera a settori
I rendering successivi mostrano particolari di lame di tempera appartenenti a soffianti verticali per superfici cilindriche (box doccia).
La ridotta ampiezza di oscillazione che caratterizza la tempera nei forni verticali richiede una attenta valutazione della posizione delle soste, soprattutto evitando la sovrapposizione in fase delle zone in asse con i fori di scarico in relazione al passo tra ugelli per ridurre la differenza areale nelle tensioni. Il problema non è di poco conto e influenza direttamente l'aspetto in presenza di componenti illuminanti polarizzate.