Appunti di tecnologie del vetro con riferimenti alle seconde lavorazioni. Si esaminano situazioni e problematiche di produzione per il vetro temperato piano e curvo nei settori edilizia, automotive e nautica. Notizie su stress di tempera, deformazioni di sagoma, deterioramento dell'ottica in riflessione e trasmissione.
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martedì 21 maggio 2013
LA DISTRIBUZIONE DELLA ENERGIA TERMICA NEL RISCALDAMENTO E TEMPERA DELLE LASTRE DI VETRO
martedì 12 febbraio 2013
ROTTURA PER INCLUSIONE DI SOLFURO DI NICHEL
Frammentazione per inclusione NiS (pannello fotovoltaico) |
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Lastra stratificata con rottura dello strato con presenza solfuro |
Le immagini precedenti mostrano la frammentazione di tre differenti tipologie di lastre in ciascuna delle quali è evidente il punto di partenza della rottura che si trova nella mezzeria dei due frammenti più grandi. Partita la rottura, la dimensione generalizzata degli altri frammenti rispetta il livello di tensionamento della lastra ed è evidente che una tempera eccessiva, non perfettamente bilanciata e distribuita, aumenta la rischiosità legata alla posizione della inclusione che diviene massimamente pericolosa quando si viene a trovare proprio nella zona centrale dello spessore. La trazione viene scaricata a livello puntuale come se si tagliasse una molla e parte la rottura.
La presenza del solfuro di nichel in zone non pericolose (aree compresse) non induce rottura pur costituendo un elemento destabilizzante in particolari condizioni di stress meccanico, quindi l'HST test non individua le lastre esenti dalla presenza di solfuro, ma solo quelle a minore rischio di rottura.
venerdì 6 gennaio 2012
FORNI PER IL RISCALDAMENTO DEL VETRO
1) Maschi di pressa, materiali di interfaccia, etcc..
Riscaldamento
VANTAGGI
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SVANTAGGI
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Non sono presenti sorgenti ad alta temperatura (>650 C°).
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possono sorgere problemi di tempera per gli spessori maggiori (con cicli corti)
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Sono scaldate preferenzialmente le superfici esterne del vetro (bene/male).
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La regolazione non è intuitiva (i moti del fluido dipendono da molti fattori)
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Il riscaldamento è indipendente dal tipo di vetro (colore) e risente poco di coating basso emissivo.
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È difficile realizzare e mantenere differenze locali di temperatura e la progettazione è complessa
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Il riscaldamento avviene più rapidamente che in un forno radiante puro.
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Pericolosità dell’impianto e difficoltà per apportare modifiche successive.
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La qualità della superficie è migliore (temperature più basse).
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Grande influenza per apertura della porta e regolazione del camino.
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La lastra tende ad essere più controllabile durante la deformazione (centro freddo)
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Difficoltà nell’inserimento di schermi e problemi di scambio termico su stampi chiusi (rete).
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Basso costo dell’energia se gas metano
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Inerzia termica (se presenti refrattari pesanti).
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VANTAGGI
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SVANTAGGI
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Facilità di regolazione e funzionamento immediatamente controllabile visivamente
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Complicazioni nella logica di regolazione che deve essere ben progettata e quindi costosa
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Possibilità di ottenere zone ristrette a differente temperatura (dimensione delle resistenze)
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Alto costo energia.
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Ripetitività nei cicli e facilità di asservimento a computer di controllo (dati e controllo processo)
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Critico se le resistenze sono distanti tra loro e il vetro è fermo
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Le schermature possono essere inserite facilmente ed agiscono con le leggi dell’ottica
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Tendenza a spanciare la sagoma al centro su stampi ad anello
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Facilità di inserimento di resistenze aggiuntive o modifiche
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Difficoltà nel riscaldamento vetri coated o impossibilità per particolari caratteristiche
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Bassa inerzia termica di tutto il forno che dovrebbe essere veloce nelle variazioni di temperatura se costruzione leggera.
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Differenza nei tempi di ciclo a seconda delle caratteristiche del vetro (colore etcc..)
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Facile sbilanciamento sopra/sotto
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Pericolosità dei punti caldi (resistenze a 850 C°)
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CONVEZIONE FORZATA NEI FORNI ELETTRICI A RISCALDAMENTO MISTO
- Forno con riscaldamento radiante convettivo nativo.
- Forno con riscaldamento radiante nativo, modificato con aggiunta successiva di un sistema di ugelli per convezione forzata.
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Distribuzione temperature |
lunedì 2 gennaio 2012
I VANTAGGI DEGLI IMPIANTI DI TEMPERA A CARICA OSCILLANTE
Si tratta sempre di forni a rulli con movimentazione individuale attraverso cinghie dentate, potenza generata da motore elettrico che gestisce rampe, inversioni del moto e modulazione delle velocità. Il problema della limitazione in cadenza della carica, dovute allo svuotamento preventivo della camera calda, può essere risolto con montaggio di camere poste in serie e spesso collegate con percorso in aria libera con beneficio non trascurabile sul profile termico.
lunedì 5 dicembre 2011
FRATTURA DEL VETRO TEMPERATO
Il vetro, escludendo il caso ovvio dell’urto impulsivo, si rompe quando è sottoposto a sollecitazioni di trazione e la tempera, se ben realizzata, distribuita e applicata, ne migliora la resistenza.
I residui dell’incisione dovuta al taglio con utensile sono le microfratture in prossimità del bordo e nel posizionamento di una lastra spessa sul tavolo di carico si consiglia di lasciare questa zona in coda al pezzo (nel senso dell’avanzamento in forno) e rivolta verso il basso (a contatto con i rulli). Si cerca così di limitare la sollecitazione termica di trazione generata in una zona delicata, che potrebbe portare alla rottura in forno.
Mediamente la difettosità dovuta alla incisione del taglio è più penalizzante per le lastre spesse che sono più imperfette superficialmente e che vedono crescere le tensioni dovute al riscaldamento asimmetrico rispetto alle lastre sottili (la struttura scarica poco la sollecitazione perché tende a mantenere la sua forma); le operazione di molatura e lucidatura spesso non eliminano completamente gli intagli e addirittura, se provocano surriscaldamento, sono peggiorative e aumentano la probabilità di rottura.
POSIZIONAMENTO
In una carica completa la lastra più penalizzata è la prima ad entrare nel forno, infatti incontra rulli alla più alta temperatura. Le pause di lavorazione, quando sono di lunga durata, generalmente creano problemi di sovratemperatura della faccia inferiore del vetro e bisogna tenerne conto se, alla ripartenza, la nuova carica è costituita da lastre di grosso spessore.
Per lo stesso motivo i fori e le zone lavorate (scassi e raccordi angolosi) andrebbero protette, soprattutto nel caso di spessori forti, cercando di posizionare le parti più difficili in coda alla lastra. Qualora l'oscillazione lasciasse scoperta parte dei rulli è conveniente per particolari di pregio sacrificare ritagli di vetro ad es. 30 x 30cm disponendolo immediatamente prima e dopo la parte incriminata.
Quanto accade all'interno del forno nella fase di riscaldamento si presenta nel raffreddamento di tempera successivo che risulta molto più pericoloso per l'integrità delle lastre. Quindi attenzione alle zone con discontinuità che possono essere troppo sollecitate dalle asimmetrie della tempera dovute alle soste e/o a pressioni di alimentazione aria troppo elevate.
La qualità della tempera viene solitamente associata al tipo di frammentazione che, all'esame visivo, descrive abbastanza bene alcune caratteristiche esaminando i frammenti nel numero, dimensione e disposizione.
A titolo di esempio riportiamo un quadro di frammentazione presentato da un manufatto, rotto per test di tempera, che può fornire alcune informazioni relative alla storia termica del pezzo, alla qualità delle tensioni e resistenza alle cause esterne scatenanti il collasso. Di seguito si mostra un particolare interessante, a raggio di curvatura variabile, spessore 5mm metal coated su faccia inferiore, realizzato necessariamente a temperatura elevata, con scorrimento del materiale.
Il punto di impatto è centrato e le linee di flusso si dipartono radialmente lasciando aree a chiazze con elevatissima disuniformità della frammentazione che risulta pessima, visibile più chiaramente nella seguente elaborazione di immagine.

Il particolare è realizzato a gravità su mold a squelette di appoggio solo periferica, quindi certamente la temperatura raggiunta per ottenere la curvatura a gravità era ampiamente sufficiente per la tempera di un 5mm, tuttavia le soffianti non adatte hanno creato dei ricircoli di aria che ha lavorato male sulla superficie concava, compromettendo il raffreddamento. Il problema è stato successivamente risolto disegnando delle soffianti a particolare che hanno fornito tempera a norma.
L'esempio precedente serve a illustrare che l'uniformità del tensionamento, più che il valore assoluto dei picchi locali, garantisce stabilità del pezzo in presenza di sollecitazioni meccaniche e/o termiche, fatto confermato dal procedimento tecnologico di indurimento (vedi paragrafo) che a fronte di una minore resistenza meccanica, gode di minore dispersione delle rotture.
Trasferire le caratteristiche di omogeneità del vetro hardened unitamente al livello di tensioni del temperato è l'obiettivo della tempera ben eseguita.
sabato 26 novembre 2011
LA TEMPERA A PASSAGGIO NEI FORNI ORIZZONTALI
Quando si utilizzano impianti del tipo a carica oscillante la necessità di mantenere i particolari in movimento alternativo sotto le soffianti richiede una area di soffiaggio maggiore della superficie della carica. Le dimensioni delle sezioni di scarico ugelli delle soffianti, alimentate dai turboventilatori, raramente consentono prevalenze sufficienti alla tempera degli spessori sottili, e spesso occorre stressare le lastre con temperature eccessive.
La velocità di espulsione deve aumentare con la riduzione dello spessore della lastra e per un 3mm ci si posiziona in corrispondenza di valori compresi tra 25 e 30m/min e corrispondenti durate del raffreddamento di tempera ad alta pressione comprese tra 4,5 e 3,8s sufficienti per temperare lo spessore in lavorazione.
La preparazione termica del particolare deve essere accurata per garantire la corretta distribuzione della temperatura che è l'elemento fondamentale per garantire tensioni permanenti corrette ottenute in tempi strategicamete ed ovviamente ristretti per mantenere deformazioni da rulliera contenute. Non si può eccedere nel rallentamento per aumentare il tempo di permanenza a meno di avere una sezione di tempera AP molto vicina al forno e molto efficiente per poter limitare le perdite dovute alla elevata emissività e contenere la temperatura max del vetro a fine riscaldamento. Qui si apre un capitolo abbastanza complesso che coinvolge l'architettura dell'impianto e la movimentazione in camera calda in prossimità della fase finale del riscaldamento - espulsione, unitamente alla regolazione e somministrazione della energia.
giovedì 24 novembre 2011
TEMPERA NEI FORNI VERTICALI
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Quench blades particular |
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Soffiantine laterali teste di tempera a settori |
La ridotta ampiezza di oscillazione che caratterizza la tempera nei forni verticali richiede una attenta valutazione della posizione delle soste, soprattutto evitando la sovrapposizione in fase delle zone in asse con i fori di scarico in relazione al passo tra ugelli per ridurre la differenza areale nelle tensioni. Il problema non è di poco conto e influenza direttamente l'aspetto in presenza di componenti illuminanti polarizzate.
martedì 22 novembre 2011
IL PROBLEMA DELL’APPOGGIO NEI FORNI OSCILLANTI
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Fase finale riscaldamento: deformazioni residue distribuite |
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Fase finale riscaldamento: deformazioni di testa (circa a passo rulli) |
venerdì 18 novembre 2011
LA TEMPERA DEI PARTICOLARI SFERICI
Le pressioni al ristagno del fluido di raffreddamento per singola lama sono monitorate e moderatamente regolabili individualmente mediante dispositivi a perdita di carico.
Il particolare mostrato ha curvatura continua su due piani ortogonali, lo scorrimento del materiale per realizzare l'andamento simil-sferico è a gravità su telaio periferico.
lunedì 7 novembre 2011
ABERRAZIONI OTTICHE DELLE LASTRE TEMPERATE
Viene di seguito brevemente descritto il fenomeno appartenente alle proprietà ottiche del vetro e le cui conseguenze sono definite con il termine iridescenza; il fenomeno è dipendente dalla operazione di tempera fisica che, variando la distribuzione delle tensioni, induce la birifrangenza e modifica la capacità del vetro di interagire con particolari radiazioni del visibile.
L’effetto visivo è legato alla contemporanea presenza di tre fattori
- Presenza di vetro temperato termicamente con getti di aria dove si riconoscono aree con differente livello di tensioni, disposte con regolarità.
- Sorgenti di illuminazione accompagnate da frequenze con componenti polarizzate prevalenti, di solito provenienti da riflessioni della radiazione illuminante principale, o emesse da superfici vicine.
- Particolare condizione dell’osservatore (uso di lenti polarizzate o angolo di osservazione radente).
La tempera del vetro non può da sola essere responsabile di quanto descritto, essendo prevalente la responsabilità della sorgente illuminante che evidenzia l'aspetto ed a questo proposito si ricorda quello che spesso accade all’atto del montaggio, con le conseguenze derivanti dalla posizione delle sorgenti luminose che illuminano la facciata in vetro strutturale o il semplice rivestimento in vetro chiaro.
Infatti in pieno sole la radiazione ricevuta è composta da infinite frequenze dotate di polarizzazione circolare, ossia non esistono piani preferenziali e la confusione impedisce qualsiasi riconoscimento per cui la superficie di vetro mostra una colorazione omogenea, poco influenzata dall’angolo di visione e da eventuale uso di filtri polarizzatori (lenti o occhiali).
Al tramonto o comunque quando la percentuale di radiazioni polarizzate diviene elevata a causa della posizione relativa del sole e percentuali di energia riflessa proveniente da altri ostacoli, iniziano ad apparire effetti locali più o meno colorati che disegnano mappe regolari, talvolta molto visibili. L’evidenza del fenomeno può spesso essere legata anche allo spessore della lastra in quanto parte della radiazione incidente penetra all'interno si riflette sulla parete posteriore e viene riemessa frontalmente interferendo con tutto il pacchetto di radiazioni.
Quindi il fenomeno non mostra un aspetto costante al variare delle condizioni di illuminazione, non è indice di cattiva qualità della tempera e soprattutto non è prevedibile preventivamente all’atto dei trattamenti termici. E' comunque evidente che la conoscenza dell'impianto e il riconoscimento delle condizioni di possibile presenza successiva delle iridescenze possono suggerire degli accorgimenti da mettere in pratica all'atto della produzione. Indicativamente per un impianto con tempera oscillante e prodotto fino a 5mm spess. le prime due oscillazioni ed i relativi punti di sosta estremi possono risultare critici a causa della configurazione delle lame di tempera e della durata della sosta.
INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO DELL'OTTICA
Si tratta solitamente di un fenomeno legato alle condizioni del processo di tempera e parlerò solo degli interventi possibili in questo ambito.
Il riferimento è fatto considerando un impianto tipo, quindi forno elettrico a carica oscillante su rulli con zona di tempera a lame, trascurando modifiche impiantistiche e intervenendo esclusivamente sui parametri di ciclo tempera riferiti allo spessore della lastra in lavorazione. Da notare se le impronte sono parellele ai rulli di supporto o se invece sono parallele all'asse del forno, nel secondo caso il problema risiede nella disposizione degli ugelli delle soffianti di tempera su cui occorre intervenire.
Nel primo caso si cerca di gestire la regolarità nella distribuzione dell'effetto ottico, che la rende più riconoscibile, senza penalizzare il tensionamento agendo sui seguenti punti.
- ridurre la durata delle soste nei punti morti ant. e post.
- allontanare le soffianti dalle superfici del vetro aumentando la prevalenza.
- valutare la possibilità di abbassare la velocità di oscillazione privilegiando il tempo trascorso in movimento rispetto alle soste.
- modificare l'ampiezza di oscillazione in tempera cercando di evitare condizioni ripetitive di raffreddamento locali in corrispondenza delle soste (ant. e post.) cercando di non far corrispondere le posizioni delle lame di tempera alle stesse aree della lastra.
- Nel caso di pattern a macchie occorre modificare l'impronta che viene marcata durante le prime soste.
L'esame post tempera del particolare effettuatoin luce prevalente polarizzata, darà indicazioni sull'efficacia delle modifiche realizzate, operazione consigliata ogni qualvolta si producano lastre destinate ad impiego statico (edilizia) o dedicate a settori rischiosi (nautica) dove l'iridescenza è scoperta sempre successivamente all'installazione.
E' evidente che possono essere messi in piedi altri interventi con modifiche impiantistiche anche strutturali, valutandone la convenienza economica in funzione della consistenza della commessa e del suo inserimento nell'ambiente.